James Howard Kunstler COLLASSO

Facebook Instagram TikTok YouTube Twitter Jacopo fo english version blog

 

RESTIAMO IN CONTATTO!

PER CONOSCERE GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI VISITA LA MIA PAGINA FACEBOOK

 

Libri Collasso Ambiente Cambiamenti climaticiCarissimi,
continuiamo a parlare di ecologia, di cambiamenti climatici e di quello che sara' proponendovi un libro edito da Nuovi Mondi Media: “Collasso”, scritto da James Howard Kunstler.
In modo semplice e chiaro, senza inutili catastrofismi e senza l’ottimismo da Titanic, l’autore racconta e spiega la realta' dei fatti.
Un saggio che si legge tutto d’un fiato, da non perdere.
Ecco un breve estratto dal capitolo 5. Buona lettura!

La natura reagisce
Cambiamenti climatici, epidemie, penuria d’acqua, distruzione
degli habitat e il lato oscuro dell’era industriale

Mi trovavo a un convegno di quattro giorni denominato Pop Tech nel paesino balneare di Camden, nel Maine, al culmine della stagione della caduta delle foglie nell’ottobre 2003, e mi godevo le conferenze, nonche' tutta una serie di cene stravaganti - tra cui ostriche crude a volonta' e vodka Grey Goose gratis - per non parlare delle aragoste, delle bistecche e degli altri prodotti della nostra ricca economia basata sul petrolio a buon mercato.
Poi, sabato pomeriggio, uno scienziato dell’Universita' di Washington, Peter D. Ward, si alzo' in piedi nel vecchio teatro dell’opera dove si teneva la conferenza e fece un discorso sulla vita e la morte del Pianeta Terra. Con l’ausilio di una serie di immagini artistiche presentate con PowerPoint, Ward ci mostro' come, tra centinaia di milioni di anni, tutti gli animali terrestri saranno estinti, le foreste verdi e le praterie arrostite dal caldo, gli oceani evaporati e, infine, il nostro amato pianeta sara' ridotto a una patetica palla di stracci inerte e senza vita... prima di essere inglobato nella gigantesca nube rossa di calore del nostro sole morente. Pochi membri del pubblico avevano voglia di assaggiare i dolcetti e le altre prelibatezze preparate per il break che segui'.
Personalmente, ero talmente depresso che mi pareva di avere delle lamette da barba in gola.
Lo spirito umano, pero', ha una notevole capacita' di recupero. Poche ore dopo, l’orrore di quei discorsi era dimenticato e i partecipanti alla conferenza si presentarono al buffet successivo dotati di buon appetito, felici di ingoiare altre ostriche e medaglioni di filetto e trangugiare altri alcolici, chiacchierando con i nuovi amici delle proprie speranze e dei propri sogni per il prosieguo della storia della civilta' qui sul buon vecchio Pianeta Terra che, si presumeva, doveva fare ancora molta strada prima che chiunque di noi dovesse preoccuparsi del suo destino, semmai fosse successo.
Non fu forse John Maynard Keynes a obiettare a un gruppo di colleghi economisti che titubavano su questo e quello a lungo termine: “signori, a lungo termine saremo tutti morti!” I nostri cervelli non sono attrezzati per elaborare eventi su scala geologica... almeno in riferimento a come scegliamo di vivere o a cio' che decidiamo di fare qui e ora.
Cinquecento milioni di anni e' un tempo molto lungo, ma che dire della folle corsa degli eventi nei soli duemila anni in cui la razza umana e' stata protagonista?
Un periodo piuttosto movimentato, non vi sembra? e' successo di tutto, dall’impero romano alle Torri Gemelle, con un cast di miliardi di personaggi: imperatori, schiavi, salvatori, papi, re, regine, eserciti, flotte, plebi, conquiste, assassini, carestie, arte, scienza, rivoluzioni, commedie, tragedie, genocidi... e Michael Jackson. Si potrebbe pensare che in due soli millenni e' successo quanto basta per distogliere l’attenzione di chiunque dal destino ultimo della Terra.
Gia' solo riflettere sugli eventi del XX secolo potrebbe lasciare senza fiato, e allora perche' prendersela per il destino ultimo della Terra? Eppure non ero placato da questi pensieri e neppure dai pasti gratuiti; neanche gli alcolici mi risollevarono il morale, perche' non riuscivo a liberarmi dalla constatazione che ci saremmo trovati in guai seri gia' a breve termine.
La comunita' scientifica e' quasi unanime sul riscaldamento globale e comincia a concordare anche sul fatto che, per definire cio' che ci aspetta, “cambiamento climatico” potrebbe essere un’espressione piu' precisa che non “riscaldamento globale”. La temperatura media del pianeta sta aumentando. La tendenza e' inequivocabile. La temperatura terrestre media globale era di 8,28°C quando iniziarono le misurazioni moderne e aveva raggiunto i 9,55°C nel 2003. Anche il ritmo del cambiamento e' aumentato costantemente. Un incremento totale di 1,27 gradi potrebbe apparire insignificante, ma ha implicazioni tremende. E si da' il caso che l’aumento della temperatura sia esattamente correlato col crescente utilizzo dei combustibili fossili a partire dalla meta' del XIX secolo.
Potrebbe non avere piu' alcuna importanza che il riscaldamento globale sia o meno un sottoprodotto dell’attivita' umana, o se rappresenti semplicemente lo squilibrio dinamico di cio' che chiamiamo “natura”. Ma si da' il caso che coincida con la nostra imminente discesa giu' per la china scivolosa dell’esaurimento del petrolio e del gas, cosicche' tutte le potenziali soluzioni di continuita' di quella circostanza epocale risulteranno amplificate, ramificate, rafforzate e contorte dal cambiamento climatico. Se il riscaldamento globale e' un risultato dell’attivita' umana, e dell’industrialismo basato sui combustibili fossili in particolare, mi sembra che ci siano scarse possibilita' che l’umanita' possa farci qualcosa, perche' la discesa lungo l’arco dell’esaurimento del petrolio sara' molto piu' disordinata dell’ascesa.
Gli sconvolgimenti e le difficolta' della decelerazione dell’industrialismo destabilizzeranno governi e societa' al punto che un’azione internazionale concertata - come i protocolli di Kyoto e simili - non sara' mai attuata. Nel mondo caotico delle risorse energetiche decrescenti e contese, ci sara' semplicemente il folle parapiglia per utilizzare qualsivoglia combustibile fossile su cui si riuscira' a mettere le mani. L’idea stessa che si possa controllare il processo mi sembra un’ulteriore prova dell’illusione di cui e' preda la nostra cultura tardo-industriale, la fatua certezza che la tecnologia possa salvarci dai rendimenti decrescenti della tecnologia stessa.
Ai fini di questo libro, quindi, la questione rilevante in merito al riscaldamento globale e al cambiamento climatico non e' se gli esseri umani l’abbiano provocato o se escogiteranno qualcosa per fermarlo, bensi' semplicemente quali saranno gli effetti probabili e che influsso avranno sul modo in cui vivremo piu' avanti in questo secolo.

Per acquistare il libro direttamente online
http://www.commercioetico.it/libri/nuovi-mondi-media/collasso.htm