Las pompas ne las pampas e aerei di stato.

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La giovane ballerina di flamenco era eccitata all’idea di salire sull’aereo di stato.
Un piccolo jet militare con poltrone di pelle di struzzo. Una scelta estetica dovuta a un generale della finanza che si faceva portare le cernie fresche dell’Adriatico sulle Alpi e che per questo merito aveva ottenuto l’elezione nel parlamento piu' trandy d’Europa.
Amanda de Carlos de Nila y de Alcazar era un poco accaldata. Una goccia di sudore le solleticava la pelle proprio lungo il solco tra gli abbondanti seni. Seni che erano stati la sua fortuna insieme all’incontro con Jose' de Altamura, in arte Paco Trivellas, giovane cantautore al quale doveva i versi del suo ultimo successo. Una hit che stava spopolando in Venezuela, Ecuador e Peru' e che andava forte anche sulle radio ispaniche della costa del Pacifico.

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Grande canzone.
E lei si dimenava in maniera spettacolare mentre la cantava nel videoclip.
E ora era a bordo di un aereo presidenziale che l’avrebbe portata all’aeroporto di Olbia.
Li' l’aspettava un elicottero.
Si sentiva una Marilyn Monroe.
Avrebbe cantato e ballato di fronte ad alcuni degli uomini piu' potenti del mondo. Altro che esibirsi nei locali di Caracas e Bogota'.
Era un salto stellare. Verso tutto.

La festa a casa del Presidente inizio' in maniera favolosa. C’erano tutti: la Beba , il Bubu, Lulu', Juju', le Letterine, le Veline, i Veloni, i generali, i grandi burocrati e i loro avvocati, i loro commercialisti, i loro ministri. E soprattutto il papi. Bello, con tutti quei capelli che sembrano di tungsteno. Aveva i denti bianchi, ma cosi' bianchi che abbagliavano.
La musica era giusta, i cocktail superlativi, le guardie del corpo assolutamente muscolose.
Poi successe il patatrac.
Urla, donne che svenivano, poliziotti che sbucavano da tutte le parti.
E quel coso che scappava.
Qualcuno urlo': “Riacchiappate il pene del Presidente!” Un altro grido': “Prendetelo, e' li'!”
Spintoni, gente che cadeva nelle piscine (cinque piscine), vassoi rovesciati nelle scollature, sedie rovesciate sugli stinchi dei notai e dei faccendieri che urlavano come se gli avessero schiacciato il conto in banca.
Poi lei lo vide. E anche lui vide lei.
Era piccolo, rosa e rugoso. Ma aveva qualche cosa di trascendentale. Sembrava avesse una luce dentro.
Era a meno di due metri da lei. Immobile nel caos. La puntava?
Si', la puntava.
Lei balzo' per prenderlo, lui schivo'. Lei rotolo' per terra malamente e fini' con le gambe spalancate. Lui salto' agile come una rana su quei suoi zampotti sferici. E track! Si infilo' sotto le gonne, frantumo' gli slip e sguscio' dentro di lei.
ISTANTANEO.
Lei ebbe un’intuizione geniale e strinse le cosce. Era in trappola. Lo sentiva che si dimenava.
Arrivarono tre energumeni della sicurezza e la sollevarono di peso. Uno le disse: “Tenga le gambe ben strette, non se lo lasci scappare!”
“Non ci penso proprio!” disse lei.
La portarono di corsa dentro la villa mentre un paio di guardie facevano strada.
Papi era li', sconvolto.
“L’abbiamo trovato Presidente!”
“Sia lodato!” disse lui.
Poi aggiunse: “Adesso il chirurgo mi sente! Mi aveva garantito una nuova giovinezza con il pene robotico e guarda qui che cazzo di casino! Come faccio a vivere con un pene che mi scappa via!”
Uno dei bodyguard le disse: “Adesso puo' farlo uscire.”
Lei allargo' le gambe a sufficienza, dimeno' un po’ il sedere e il pene del Presidente scivolo' fuori rimbalzando per terra come una palla matta.
“Vieni qui, bastardo!” disse il presidente.
Il pene ubbidi', strisciando sulle sue sfere con il capino chino, come se fosse triste.
“Adesso ti avvito con la chiave inglese cosi' non mi scappi piu'!” ringhio' il Presidente. Si giro', si senti' un lamento soffocato. Poi il fruscio della zip dei calzoni che veniva tirata su. Il Presidente riconsegno' la chiave inglese a un assistente.
Poi si rivolse ad Amanda: “Grazie signorina, non avrei saputo come fare senza di lei… In mezzo a una festa poi… Che casino se lei non l’avesse acchiappato… E piuttosto… Complimenti per la sveltezza di passera!”
E le sorrise…
E anche Amanda sorrise.


Commenti

Per evitare altre fughe impreviste consiglierei al Presidente l'uso della chiave a brugola. Si può nascondere ovunque anche nelle rughe, ops... scusate,  e tira, ma tira che non ti dico.