Io, il Diavolo e la Beata Eustochio

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(Dio ti parla da Radio Santa 104 FM)

Una storia di Santi e Demoni alla vecchia maniera.

Mi chiamo Giovanni Senzaterra, ho 42 anni e di mestiere mi occupo di sistemi per scalare i motori di ricerca. Un’attivita' che 3 anni fa non esisteva ancora. Mi piacciono le novita'. Sono laico dalla testa ai piedi e comunista da tre generazioni.
Avevo svoltato verso Perugia, nel bel mezzo di una crisi economica planetaria. Era un giovedi' che si paventava una pandemia di influenza cattiva, quando girando i canali dell’autoradio capito su Radio Santa 104 FM. Una giovane donna stava dicendo: “Sento che il Demonio e' dentro di me!”
Che non sono cose che generalmente si dicono nel 2009, verso le 3 del pomeriggio.
Tutto questo succedeva l’altro ieri e da li' in poi la mia vita ha preso una piega che dovrei quantomeno definire STRANA.
Ero li' che ascoltavo l’indemoniata alla radio.
Perdirindina, esclamo tra me e me. C’e' un Padre in studio, alla radio, che da' consigli all’indemoniata che lamenta che nella sua zona non ci sono esorcisti. Disservizi religiosi. Padre Tommaso (scopriro' poco dopo che si tratta di una star della caccia ai satanassi) la conforta: “Si figuri signorina, e' pieno il mondo di posti dove non ci sono esorcisti. In Italia ne abbiamo solo 300, pensi che in Australia non ne hanno neanche uno… Comunque non si preoccupi, non c’e' come la  benedizione alla fine della messa, contro il Diavolo. L’importante e' che lei l’accolga dicendo “Signore liberami dalle tentazioni.”

Nel giro di mezz’ora entro in un mondo alieno. Una sfilza di indemoniati si fanno avanti per avere conforto. Non sapevo ci fosse tanta gente che crede ancora a queste cose… e poi per chi votano?
Una donna dice: “Continuo a peccare Padre, mi confesso anche tre volte la settimana, ma poi ricasco nel peccato. Non ce la faccio piu'.”
Il padre e' comprensivo: “Non importa quante volte pecchi, figliola, l’importante e' pentirsi. Puoi chiedere perdono al Signore mille volte e lui mille volte ti perdonera'.”
Prendi esempio dalla Beata Eustochio, vai a pregare di fronte alle sue spoglie a Padova, ne trarrai conforto. Lei visse tutta la vita posseduta da Satana ma continuo' a invocare il Signore.

La Beata Eustochio?
Ma chi era costei?
Mai sentita nominare.
Scopro che va forte tra gli indemoniati. C’e' tutto un culto su di lei.
Vedo una ragazza sul bordo della strada. Gonna lunga, scozzese, con una camicetta bianca. Fa cenno col dito per chiedere un passaggio. Mi fermo. Ha il viso senza trucco, e' molto giovane e carina. Tipo occhi scuri, capelli scuri, pelle chiara. Chiarissima.
Le dico: “Sto andando a Todi”. Lei risponde: “Devo andare proprio li', me lo darebbe un passaggio?” Parla con un filo di voce. Timidissima. La faccio salire.
Riparto. Alla radio un uomo dice: “A proposito della Beata Eustochio, dovrebbe intercedere anche per me, continuo a cadere sul terzo comandamento, Padre, io prego, mi confesso, ma continuo a cadere.”
Cerco di ricordare qual e' il terzo comandamento. Mahh… Buio totale. Invece di andare a catechismo vendevo l’Unita'. Gioventu' bruciata.
Il prete non spiega qual e' il terzo comandamento. Da' per scontato che lo conoscano tutti.
Non oso chiederlo alla ragazza, magari si spaventa a essere in macchina con uno che non sa neanche i dieci comandamenti in fila.
Azzardo invece un: “Lei la conosce la Beata Eustochio?”
“Certo.” Dice la ragazza rianimandosi.
“Chi era?” Le lancio uno sguardo, poi riprendo la visuale sulla strada. Ho visto una scintilla nei suoi occhi. “La Beata Eustochio, una donna veramente sfortunata. Di nome faceva Lucrezia Bellini, di Padova, nata nel 1444, anno orribile, era figlia di una monaca del monastero benedettino di S. Prosdocimo e di Bartolomeo Bellini. Figlia illegittima di una suora… Puo' immaginarsi la situazione… “

Sono stupito. Aveva l’aria di sapere tutto su questa Eustochio. Nome assurdo peraltro. Le dico: “Che caso incontrare una persona che conosca questa Beata. Io non l’avevo mai sentita nominare.”
La guardo con la coda dell’occhio per un istante.
Ha un’espressione pensierosa.
“Non credo che la casualita' esista. Facciamo tutti parte di un grande Disegno Divino.
Forse c’e' un motivo se ha incontrato me proprio mentre si chiedeva chi fosse la Beata Eustochio.
Conosco molto bene la sua storia… Se vuole gliela racconto.”
A quel punto ero veramente curioso. “Certo, mi racconti!”
“Poco dopo la nascita la Bellini viene affidata a una famiglia di laici. A quattro anni viene considerata indiavolata. Nessuna riesce a tenerle testa. Un animale selvatico.
A 7 anni la rinchiudono nello stesso convento della madre. Che in realta' era un luogo di perdizione. Nel vero senso della parola. La madre della Beata Eustochio non era un’eccezione in quanto a peccati carnali. Tanto che a un certo punto, nel 1460 il vescovo Jacopo Zeno, approfittando della morte della vecchia badessa,  interviene per vietare agli uomini l’ingresso nel convento, almeno la notte.
Per tutta risposta le suore pigliano e se ne vanno lasciando nel convento di Posdocimo soltanto la giovane indemoniata che digiuna, prega e porta il cilicio con grande devozione.
Il monastero viene allora affidato alle Benedettine provenienti dal convento di S. Maria della Misericordia, sotto la guida della badessa Giustina da Lazzara
Una tipa dura che si accorge subito che la Beata e' indemoniata perche' urla, sputa, si spoglia e compie altri atti licenziosi. Per ridurla alla ragione la fa legare a una colonna per 3 giorni. Ma la badessa non puo' nulla contro il Demonio che possiede la giovane. E anzi la badessa si ammala e muore misteriosamente. La Beata viene quindi accusata di stregoneria e sottoposta a gravi maltrattamenti che essa sopporta con grande devozione benedicendoli. Arrivano a segregarla per tre mesi a pane e acqua Alla fine la sua fede viene riconosciuta e lei prende i voti a 18 anni scegliendo il nome di Eustochio, pia donna romana del 300 dopo la nascita di Nostro Signore, paladina della castita'. Ma prendere i voti non la libera dalle possessioni. Muore a 25 anni avendo trascorso tutta la vita in balia delle forze oscure. Muore pero' con il sorriso sulle labbra avendo raccomandato la propria anima al Signore. Ma neppure da morta ha pace. La sua sepoltura viene spostata 4 volte. Inizialmente viene seppellita in terra, senza una bara, solo un sacco di cotone. Ma il suo corpo, riesumato 4 anni dopo la sepoltura, appare incontaminato. Addirittura il colorito del suo viso e' roseo. Il miracolo le diede il diritto di essere sepolta in una cripta nel monastero. Ma dopo pochi giorni si compi' un altro miracolo: la buca della sua fossa, che non era stata ancora riempita, si riempi' di acqua fresca e pulita e si sparse la voce che chi si bagnava con quell’acqua guariva di ogni malattia. Poi, nel ‘700 visto che il suo corpo era ancora incorrotto fu esposta addirittura in una bara di cristallo nella chiesa del monastero. Alla fine il monastero di Prosdocimo fu chiuso e la Beata fu traslata nella chiesa di San Pietro sempre a Padova. Solo allora la fonte miracolosa smise di dare acqua.”
“Una storia veramente incredibile…” Dissi io.
“Si', un grande insegnamento. Il Demonio puo' indurci in tentazione ma non puo' piegarci se siamo retti nella fede.”
Feci un’espressione perplessa e mi grattai il mento.
Generalmente non amo buttarmi nella polemica con i cristiani. Penso che la fede sia una questione sulla quale non si puo' discutere. Averla e' comunque un bene… A patto che non ti metti a bruciare gli infedeli. E la ragazza non mi sembrava molto aggressiva.
Cambiai discorso. Eravamo quasi arrivati a Todi. Le chiesi: “Dove la posso portare…”
Abbasso' gli occhi: “Non si disturbi.” Poi mi sorrise per la prima volta inaspettatamente.
“Se proprio e' cosi' gentile e non le reca disturbo sono diretta a San Giovenale, sta a una decina di minuti da qui.”
Le chiesi di dirmi la strada. Svoltammo, la via divenne piu' stretta mentre salivamo per una gola coperta da alberi secolari. Il paesaggio era cambiato bruscamente. E anche il tempo. Una nuvola nera oscurava il cielo sopra di noi. Buttai l’occhio verso di lei mentre sterzavo lungo una curva. Si stava mordendo il labbro inferiore. Era giovane e fresca ed era anche molto carina. Incredibile che fosse anche un’appassionata di beate medioevali. Ma anche la mia prima fidanzata era molto carina e estremamente cattolica…
La seconda volta che uscimmo insieme, dopo avermi baciato su una panchina del parco Sempione mi disse: “Promettimi che non mi chiederai mai di toccarmi il seno.”
Io avevo 16 anni, ero molto imbranato e quello era stato il primo agognato bacio della mia vita. Non avevo proprio neanche immaginato di arrivare addirittura a toccarle i seni. Le dissi: “Va bene.” Lei mi guardo' con gli occhi improvvisamente strani e mi ordino': “Toccami il seno!” E io la baciai e le appoggiai la mano sul cappotto, all’altezza del seno e mi sembro' di volare.
Strane ragazze le cattoliche.
Sanno peccare in modo imprevedibile…

Poi mi ritornarono in mente le ultime parole della ragazza che era in auto vicino a me. Non volevo discutere pero', mentre entravamo nell’ombra fitta di una foresta un commento lo azzardai: “Non trova che sia un po’ strano questo fatto che si puo' essere preda del demonio per tutta la vita e contemporaneamente avere fede?”
Lei sorrise impercettibilmente e si stiro' la gonna con le mani assicurandosi che coprisse le ginocchia: “Per niente. E’ questo che ci distingue da coloro che hanno seguito lo scisma di Lutero e Calvino. Soprattutto Calvino. Loro credono che il credente impugni una spada fiammeggiante di fede capace di tener lontano il Demonio. Credono che l’uomo debba dimostrare la sua fede attraverso le opere. E’ una fede infantile, positivista. Noi cattolici invece siamo consci dell’insignificante forza dell’animo umano. Sappiamo che non possiamo nulla di fronte al Demonio. Ma sappiamo che Dio ci comprende e ha pieta' di noi se noi ci affidiamo a lui. Il nostro Dio non ci difende ne' dal male ne' dal dolore. Ci mette alla prova con le tribolazioni. Quello che ci chiede e' di non smettere di ringraziare per la nostra sorte, qualunque essa sia.”
Ero stupito. Avevo di fronte una dottoressa in teologia, come minimo. Che risponderle?
Ci fu un silenzio. Alla radio padre Tommaso rispondeva all’ennesimo indemoniato che soffriva per un malocchio: “Se qualcuno ti getta continuamente il Malocchio c’e' un modo molto semplice per difendersi. Appena questa persona ti guarda tu devi benedirla. Guarda credimi, questo e' molto potente. La persona ti butta addosso il maleficio e tu dentro di te dici SIGNORE BENEDICI QUESTA PERSONA. Perche' vedi, noi dobbiamo amare anche i demoni, come dice Sant’Agostino, perche' essi tentandoci fabbricano la nostra corona.”
“Giri qui a sinistra.” Mi disse. Ubbidii. Iniziammo a percorrere una strada bianca c’erano grandi pietre nere che affioravano dal suolo come antichi dolmen informi. La terra era secca nonostante fosse piovuto a volonta' per mesi.

 “Certo che questo Sant’Agostino mette a posto tutto. Capisco anche perche' il nostro governo ha fatto una legge che impedisce le intercettazioni telefoniche… Amano i demoni… Se la giustizia e' troppo efficiente e arresta tutti i corrotti e tutti i mafiosi diventa un gran danno per i bravi cristiani che si trovano a corto di malvagi!”
Lei mi guarda acida mentre la strada diventa sempre piu' ripida. Sopra un muro vedo una grande croce bianca dipinta. Non so perche' mi ricorda qualche cosa di tribale e atavico.
Mi rendo conto anche che la mia battuta l’ha irritata. Vedo che freme e si controlla.
Capisco di aver toppato con la mia battuta su Berlusconi…
Passano alcuni secondi di silenzio gelido. Poi lei apre bocca: “Guardi, lei sembra una persona gentile. Ma sulle questioni di fede e' proprio fuori strada. Suppongo che lei sia una persona di sinistra. Ormai parlate solo male di Berlusconi.”
“Si', ha ragione, ho toppato. Sono andato fuori tema… Comunque il suo discorso e' molto interessante…” Dico io. Non ho voglia di litigare con una ragazza alla quale ho dato un passaggio. E’ mia ospite e l’ospite e' sacro.
“No. Non si tratta di andare fuori tema. Il problema e' diverso. Il compito di noi credenti non e' quello di vivere meglio. Il nostro dovere e' di sacrificarci per gli altri e al contempo accettare il nostro dolore con modestia e gratitudine. Forse ha ragione lei. Questa legge sulle intercettazioni telefoniche dara' una mano a stupratori, pedofili, corrotti e truffatori. Ma noi non vogliamo rendere il mondo migliore. Questo e' il compito di Dio. Se vorra'. Il nostro scopo su questa terra e' onorare il Suo Nome non correggere la sua opera.”
Mi rendo conto che ho di fronte uno strano tipo di cattolica. Altro che teologia della solidarieta' e dell’impegno sociale.
“Mi scusi una domanda. Solo per capire meglio come la pensa, perche' il suo modo di essere cristiana mi incuriosisce. Ma ad esempio lei, la storia delle veline nella villa di Berlusconi come la vede? Un presidente cattolico che si circonda di donne licenziose non e' una contraddizione?”
Lei sospira. “Ma andiamo… Che c’entra questo? Secondo lei la Chiesa dovrebbe occuparsi di qualche ragazza in topless? Non sono questioni che interessano chi ha deciso di dedicare la sua vita al Signore. A noi interessano le nostre prove di fede. Gli uomini molto potenti sono esposti a molte tentazioni. E allora? Vorrebbe che le dicessi che Berlusconi e' un indemoniato? Potrebbe essere. E’ il presidente del Milan, la squadra del Diavolo, vive ad Arcore, nella casa che fu di quel marchese, Casati Stampa, che uccise la moglie, con la quale praticava l’amore di gruppo, accecato da una crisi di gelosia.
Berlusconi e' un appassionato di esoterismo, fondo' il suo impero su 22 societa', e 22 e' il numero della Cabala… E come lei sa la Cabala e tutto il Talmud furono dichiarati eretici e blasfemi dal papato in piu' occasioni. Dante mise all’Inferno coloro che pretendevano di predire il futuro. Avevano la testa tagliata e attaccata a rovescio, di modo che potessero guardare solo dietro di loro stessi. Potremmo sospettare che Berlusconi sia indemoniato. E allora? Cosa cambierebbe? Non abbiamo ne' il tempo ne' le forze per combattere i demoni. La questione Berlusconi riguarda solo lui: sta chiedendo ogni giorno perdono a Dio per essere caduto preda del peccato?”
“Beh ma scusi… E’ troppo facile. Si pecca e poi si chiede perdono dando la colpa al povero Diavolo! E’ la logica della vendita delle indulgenze. Pagavi una tassa oggi per uccidere domani e avevi il paradiso assicurato.”
“Lei continua a non capire… Giri qui a destra. Venga, c’e' una piccola chiesetta, voglio mostrarle una cosa.”
Smonto dalla macchina. Lei prende per un sentiero di terra battuta in mezzo a una fiorita di achillea e iperico. La seguo. Arriviamo a una chiesetta minuscola. Appoggia la mano sulla porta di legno annerito. La sua mano e' bianchissima.
“Entrare in questa chiesa per me e' difficilissimo. C’e' qualche cosa dentro di me che e' preda del terrore. Ognuno ha i suoi demoni.”
Poi entra nella chiesa semibuia. La seguo. Lei si appoggia alla parete. Mi accorgo che trema. Ansima.
Mi guarda. Mi parla, la sua voce e' diversa. A tratti sembra stia scherzando, a tratti e' estremamente compresa in quello che dice: “Il mondo come tu te lo immagini non esiste. I buoni da una parte, i cattivi dall’altra. Sono fantasie da bambino. Il mondo e' lotta quotidiana contro i demoni. Una guerra che si perde ogni giorno.”
Guardavo il suo viso cercando di decifrarne l’espressione e non mi accorsi di nulla. La sua camicetta bianca scivolo' per terra e in un secondo fu completamente nuda. Appoggio' la sua mano in un certo punto sopra i miei calzoni mormorando: “Ognuno ha il suo demonio.”
Aveva un corpo splendido!

Non so se hai mai fatto sesso senza regole in una chiesetta del centro Italia con una donna che sa tutto della Beata Eustochio e mentre raggiunge l’orgasmo urla: PRENDIMI DEMONIO, PRENDIMI, NON HO PAURA DI TE!
Se ti e' capitato sai quanto puo' essere destabilizzante.
Sono due giorni che mi sento strano.
Mi ha attaccato il Demonio?
Ognuno ha le sue fantasie e io le rispetto ma preferisco esperienze piu' morbide.
Comunque e' stato molto vitalistico.
Quando me ne andai si era inginocchiata a pregare.
Risalendo in auto pensai che in fondo avevo toccato con mano uno degli aspetti piu' profondi e misteriosi della cultura italica.
Tutti sanno chi e' Berlusconi ma almeno meta' degli italiani lo lascerebbe volentieri solo con la propria figlia.
Non ci si sogna neppure di sconfiggere il demonio, si cede alle sue lusinghe e poi si chiede perdono.
Dio e' pronto a perdonarti mille volte per i tuoi peccati.
Tu chiedi perdono e lui ti perdona.
Basta chiedere.
Dio non e' come un bancomat che prima o poi si esaurisce.

NB
I dialoghi radiofonici citati sono realmente tratti dalla trasmissione radiofonica di un prete esorcista. La storia di Santa Eustochio e' altrettanto reale come la citazione di sant’Agostino.


Commenti

Jacopo! ti confesso che più andavo avanti con la lettura più avevo paura. La fede. Tema pericoloso se si affronta con persone cattolicissime, e di tali discussioni ne ho esperienza.

Spero che intanto ti sia ripreso: alla fine ti ha attaccato il demonio o no?

Saluti

Ma tipo, pensare che un' indemoniata è innanzitutto una donna, e che ognuno nella vita più o meno consapevolmente e in modo più o meno deviato ripete ciò che ha sempre visto fare e ciò che gli o le hanno sempre fatto, no, vero? 
Sapete, su questo principio si basa sia l' individuazione di un bambino abusato che quella di un bambino che subisce o compie atti di bullismo.
Una donna che si spoglia o che compie i cosiddetti atti osceni e inscena atti sessuali orgiastici od orgasmici, è una persona che ne conosce naturalmente, come ogni essere umano, la sacralità della vita e quindi anche del sesso. E' una persona a cui hanno insegnato che nella religione  cattolica ufficiale, non c' è posto per questo lato della sacralità.
Questa mattina ascoltavo un bel programma che parla di questioni di teologia ebraica. Ad un tratto esce fuori la frase: le parole sono di carne.
Alla chiesa ufficiale conviene dare un corpo e dare carne a ciò di cui ancora ha paura: la verità.
E lo fa nel modo più potente che esista: con le parole.
Guai a un prete che dice "non stai peccando, se per peccato intendi che fai l' amore anche tre volte la settimana". Che poi è pure poco. Dalle nostre parti si dice tuttu u bonu è binirittu ( tutto il buono è benedetto). Ed è uno dei modi di dire che si dice, quando si ha amore per tutto, tutto ciò che è bello, almeno tre volte al giorno.
In una città, Palermo, che ha subito una delle più forti, devastanti repressioni da parte dell' inquisizione spagnola è significativo.
Parlare ancora oggi del demonio è vergognoso.
Bisognerebbe proprio smettere di parlarne, invece la chiesa cosa fa? anzichè nutrire la conoscenza critica per rafforzare la coscienza della gente semplice, alimenta ancora una volta la paura identificandola in un personaggio vestito di rosso con le corna le ali e il forchettone.
Santa Pazzienza!
Gli ordini religiosi e il modo canonico di manipolare i fedeli cristiani è vergognoso.
Non siamo tutti uguali se ad insegnarci la vita è un uomo in divisa che aderisce ad un' istituzione che per secoli ed anche oggi non fa altro che violentare ed abusare da ogni punto di vista della gente.
Come si può al giorno d' oggi, ancora rivolgersi ed ammirare, e pregare una povera creatura che chissà cosa ha passato per il perverso piacere di chi la ha violentata prima e torturata dopo, senza ricordarsi che a permettere tutto questo è stata la stessa chiesa? 
Questo lato della memoria secolare impregna talmente tanto la società che tutt' oggi se anzichè imbottirti di psicofarmaci ti affidi ai fiori di bach o al sesso o al buon vecchio silenzio vieni tacciato di stregoneria.
Credeteci, che è così. Succede ancora. Ma un esorcismo, alla fine che cos' è? e una preghiera? e un buon pensiero? e la volontà? che differenza c' è fra tutte queste cose? Semplicemente che il primo te lo impongono delineandoti in una figura che per il solo peso della parola ti rovina l' esistenza: indemoniato, oppure pazzo. Gli ultimi tre non te li impone nessuno. Sono l' espressione del tuo libero arbitrio.
La soluzione è una sola, ed è esattamente quella che dovrebbe adottare qualunque giornale sensato quando parla di politica: se è il caso non parlarne affatto. Uno sciopero bianco contro il politico che non fa altro che cavolate. Pagine e pagine bianche piene di puntini di sospensione o di caricature speculari della giornata tipo del politico in questione. Questo dovrebbero fare. finchè uno non fà qualcosa di significativo e la si scrive.Ma questo è un altro discorso.
 Cacao  e pace a tutti.
Gabriella

Ho trovato interessante il racconto. Anche perchè provengo purtroppo da una famiglia intollerabilmente cattolica, tra l'altro con due parenti monache di clausura di cui una morta giovanissima e beatificata ...Bravo Jacopo

Caro Jacopo,quello che ti sto per scrivere non vuole essere la classica “sviolinata” ma un doveroso riconoscimento all’ "uomo" Jacopo.

Prima di tutto mi complimento per la scelta di trattare un tema così “pesante” tramite il racconto proposto che ti consente di essere coinvolgente, autentico, profondo e nello stesso tempo ironico e con la giusta dose di “leggerezza.”

Quando mi capita di vedere tradotti così bene da un’altra persona in parole, come in questo racconto, pensieri che appartengono anche alla mia sfera personale, pensieri che da solo non riuscirei  assolutamente ad esprimere così efficacemente, non posso esimermi dall’esprimere gratitudine.

 In qualche modo rappresenti  anche me, è una grande soddisfazione !!!

Con questo racconto ti addentri proprio  in uno degli aspetti più profondi della cultura del nostro paese e analizzando i condizionamenti della cultura cattolica, vai a  toccare il cuore del problema.

Nascendo e crescendo in questo paese permeato dalla cappa del cattolicesimo, anche se si proviene da una famiglia laica o anticonformista, in qualche modo tutti o quasi ne subiamo, volenti o nolenti attraverso la scuola, gli amici o la restante società, una sorta di “indottrinamento subdolo” anche se con gradi di  condizionamento differenti da persona a persona.

Uno di questi condizionamenti subdoli è dato appunto da questo travisamento studiato ad arte dalle “menti ecclesiastiche” relativo alla cultura del perdono.

Giustamente scrivi che la cultura cattolica non ci insegna a sconfiggere i nostri demoni, si cede semplicemente alle loro lusinghe, poi si chiede perdono a Dio, Lui ci perdona e …. tutto va a posto!.

Ma che bella soluzione di grande comodità !!!!!.

Così si fa passare la logica conseguente ed estrema che praticamente per tutta la vita se ne possono combinare di tutti i colori, basta al momento opportuno chiedere perdono, e magicamente tutto il male fatto sparisce …..come per incanto ….!!!!

Se poi si riesce a chiedere perdono in punto di morte , all’ultimo secondo possibile, allora si raggiunge l’apoteosi, la vita perfetta!!!!

Complimenti a “cotanti umane menti ecclesiastiche” capaci di produrre tale orrore, che poi si riverbera sul mondo con i danni inenarrabili che tutti abbiamo ogni giorno sotto gli occhi!!!!

Complimenti a queste menti che volutamente omettono di dire la cosa fondamentale del perdono, e cioè che il perdono sostanzialmente non estingue né la colpa nè il danno procurato dall’azione malvagia.

Il perdono è un fatto che appartiene fondamentalmente a colui che perdona, alla persona che ha subito il danno, e solo parzialmente coinvolge colui che ha causato il danno.

Con il perdono  si comunica all’altro la mancanza di rancore nei suoi confronti, si annulla la vendetta o la ritorsione nei suoi confronti, e con questo di supera l’antica  legge del taglione, dell’occhio per occhio, dente per dente, e questo sì che  è sicuramente un grande passaggio evolutivo!!

La conseguenza che ha il perdono su chi ha recato l’offesa è quello di “annullare il nemico”, e non di annullare tutto, le ferite, i danni rimangono, si possono rimarginare ma rimangono.

Con il perdono si dichiara sostanzialmente: “Io non ti sono nemico” e quando non c’è più il nemico prima o dopo  ci si accorge che i conti bisogna farli solo ed esclusivamente  con sé stessi, non c’è più il nemico a fare da capro espiatorio!!

Con il perdono in pratica si offre una grande opportunità a chi ha fatto il male di prendere coscienza di ciò che ha fatto.

E se anche a perdonare fosse Dio stesso , sostanzialmente la cosa non cambia molto, comunque la persona che ha causato il male alla fine dovrebbe fare i dolorosi e “giusti” conti con sè stesso.

Solo un’autentica presa di coscienza può consentire di cercare di attenuare o di porre rimedio al male fatto e di innescare il  vero processo di “perdonare se stessi”.

Ovviamente il potere dominante della chiesa cattolica ben si guarda dal dire queste cose, troppo scomode, non fanno "audience", molto meglio interpretare !!!!

Molto meglio interpretare, adattare, stravolgere, manipolare il messaggio cristico, e ridurre e relegare il cristianesimo a mero specchietto per le allodole.Molto meglio!!!

Come cristiano-comunista-non cattolico, e sottolineo non cattolico, non posso che urlare tutta la mia indignazione!!!!

Ovviamente molto altro ci sarebbe da aggiungere su un tema come questo, ma per il momento  mi fermo qui sperando di aver evitato la “pesantezza” di cui parlavo in prefazione e   anche  perché penso  che problematiche così sarebbe preferibile approfondirle nei periodi più freddi, nei quali si è più portati all’introspezione e quindi più predisposti a sviscerarle secondo l'importanza che meritano: In  estate si è più portati “all’esterno” per cui in genere si è meno disponibili. (Jacopo che ne pensi di quest'ultima proposta ? )

Comunque va bene anche così,  purchè se ne parli.

 Un grande abbraccio

 

Tempo fa, in un momento di crisi, un caro amico mi fece notare che la questione non sta nel perdonare, ma nel comprendere.
Perdonare vuol dire anteporre un giudizio, mettersi al di sopra di, e dare la propria benedizione, ma solo per nostra volontaria decisione.Perdonare vuol dire arrogarsi diritto di vita e di morte su qualcuno. Quando perdoniamo ci prendiamo un potere che in realtà non abbiamo e non ha ragione di esistere. Ha senso arrabbiarsi, urlare, soffrire, sbagliare. E' umano e difficilmente evitabile. Ma ciò che porta avanti l' essere umano non è il perdono. Ma la comprensione. Che è più del perdono. Quando decidiamo di comprendere vuol dire che siamo capaci di comprendere prima di tutto noi stessi.Esercitare il diritto di comprensione vuol dire che si è pregni di amore. Verso sè stessi e verso gli altri. Ma ci vuole coraggio. Un coraggio da guerriero.
Non è l' entità del peccato, o dell' errore che abbiamo commesso. Possiamo anche essere degli assassini, dei terroristi, dei pedofili, dei manipolatori mentali. Ci sono sempre svariate ragioni, svariate motivazioni di ordine ambientale, genetico, se vogliamo usare un parolone, anche esoterico, scientifico, storico, che ci hanno portato a compiere ogni atto che sia contro natura e che solo una memoria storica aberrata e contorta continua a farci credere che dobbiamo chiedere perdono a qualcuno per poter andare avanti, senza indagare oltre ai fatti della vita. Ma come si fà? Finchè la chiesa cattolica vorrà farci credere che Cristo è un buono ma prepotente giudice che pur conoscendo in fondo il tuo animo ti costringe a inchinarti a lui e confessare l' indicibile per avere il suo perdono,  la gente continuerà a fare il cane che si morde la coda. E' più facile e remunerativo dire che siamo tutti figli di Dio. Vuol dire che siamo autorizzati a comportarci in eterno come i bambini. Abituare la gente a chiedere aiuto allo psicologo è un punto a sfavore dell' esorcista. Insistere perchè i bambini conoscano la religione quando sono un pò più grandi, viene visto come immorale.Ostinarsi a dire che i primi insegnanti dei nostri figli dovremmo essere noi genitori vuol dire farsi prendere per scemi. Perchè non c' è mai il tempo per noi genitori, per studiare e insegnare noi, ai figli, qual' è la vera meraviglia della vita e che meraviglia bella e grande è l' uomo. LA verità è che dovremmo scaricarci di dosso le parole stesse. Anzichè parlare di perdono dovremmo parlare di amore. E allora quando nei comandamenti Ci dicono ama il prossimo tuo come te stesso, cosa dovremmo intendere? Non ci dicono mica ama il prossimo tuo come tè stesso però non toccarti che è peccato!
Oltretutto la predicazione del perdono non è che in tutti questi secoli abbia portato, almeno l' italia, sede della Chiesa Cattolica, ad essere un paese migliore degli altri, o un punto di riferimento di coscienza umana e civile. Forse bisognerebbe cominciare a stare un pò più zitti, tutti quanti a partire dalle radio predicatrici di ignoranza, e guardarsi un pò più intorno.
 Finchè a predicare amore sarà qualcuno in divisa l' uomo continuerà a sbagliare perchè saprà poi a chi chiedere perdono. Ci vorrebbe un atto di coraggio. Di quelli eclatanti. Ci vorrebbe uno sciopero ad oltranza dei preti. Ma capisco che in certo qual modo è diventato un lavoro.E so bene che ci sono dei preti che a parlarci ti rendi conto di cosa vuol dire santità. Che è un concetto non riconosciuto dalla chiesa ufficiale, diciamo un segreto che in città come Palermo si sa ben custodire.
Ciò che confondiamo per perdonare noi stessi e gli altri è semplicemente sorridersi e sorridere agli altri e alla vita. In qualunque caso. Anzi. Non è sorridere. E' proprio esercitare la capacità di riderci di cuore addosso alla vita e a noi stessi. Direte: ma se uno ammazza un altro come fa a sorridere?
Rispondo: se abituiamo i nostri cuccioli d' uomo al potere benefico e irrazionale della risata, accostato all' impegno ad andare avanti nella vita con coscienza e semplicità, state pur certi che un figlio, ad ammazzare, e a violentare, ci arriverà difficilmente. Potrei continuare ancora un pezzetto. Ma magari adesso vado a lavorare. Un bacio.
Gabriella

... la storia era carina fino alla chiesetta, e magari approfondendo un po' di più ne usciva qualcosa. Non ci speravo molto, ma ci speravo.

Ma evidentemente ancora stiamo alla vecchia macchietta del prete di Walter Chiari: "se non pecchiamo, non possiamo essere perdonati, perciò... PECCHIAMO!" diceva lui avventandosi sulla bonazza di turno, quando ancora i film erano in bianco e nero. Forse dovresti cominciare a frequentare cristiani e/o cattolici VERI, piuttosto che attenerti soltanto a quello che la propaganda (clericale e anticlericale) dice dei cristiani; avresti un quadro più veritiero. Ma questa è anche colpa dei cristiani veri, che non sempre si fanno trovare facilmente...

Scopriresti, ad esempio, che un finale più logico, se non migliore, alla tua storia sarebbe stato uno tra i seguenti:

a) La ragazza avrebbe raccontato qualcosa di più su di sé, sulla sua fede, sulla sua visione del mondo, e lo stesso avrebbe fatto l'accompagnatore; si sarebbero arricchiti a vicenda (e avrebbero arricchito chi legge), anche senza scambiarsi fluidi corporei (sappi che si può...). Finale "Suor Amelia".

b) La ragazza si sarebbe rivelata veramente ossessionata dal peccato, dal demonio ecc. ecc. e quindi MAI e poi MAI avrebbe, non dico cercato, ma nemmeno acconsentito ad un rapporto sessuale con uno sconosciuto, tantomeno in luogo consacrato; si sarebbe inoltre ben presto chiusa a riccio, rifiutando di ascoltare il punto di vista di un "alieno" e, rifugiandosi in una "preghiera" autocompiacente e autoreferenziale, avrebbe rinunciato a proseguire qualsiasi forma di dialogo. Finale "Papa Ratzinger".

c) La ragazza si sarebbe rivelata di vedute molto più aperte di quelle che la sua apparente "preparazione" cattolica lascerebbe intendere (o forse proprio a causa di questa?); avrebbe finito con il trovare simpatico il suo accompagnatore e, sebbene non certamente lì e allora, sarebbe arrivata più tardi alle "estreme conseguenze" qualora il rapporto interpersonale fosse nel frattempo maturato in qualcosa di più profondo; rimanendo comunque convintamente cristiana e cattolica, anche se non in "perfetta sintonia" con le prescrizioni del Catechismo (che è importante per quei pochi cattolici che lo conoscono, gli altri vanno abbastanza "a occhio"). E ti assicuro che questo non sarebbe uno scenario così fuori dal mondo come si può credere. Finale "Anche i cattolici sono umani".

Invece, che abbiamo? Una che si rivela solo una povera pazza schizofrenica, e uno che pur di assicurarsi una "sveltina" approfitta del suo EVIDENTE disagio mentale (quale maniaco farebbe del sesso in quelle condizioni con una tizia così platealmente psicopatica? Quale differenza c'è con uno stupro? E se poi, presa da furore mistico, cominciasse a MORDERE IL SERPENTE TENTATORE?). Fantasie da pornazzo di serie B, buone per i film di Pierino o, appunto, le commedie ipocritamente perbene degli anni 60. Roba da sessualmente repressi, insomma.

Non tutti i cristiani (anzi, solo una minoranza) hanno un rapporto con la sessualità come lo vorrebbe la, ripeto, propaganda, anticlericale o clericale che sia. Forse è un male, magari è un bene, di sicuro è un dato di fatto. La robaccia di Radio Maria ha influenza, a parte gli psicopatici conclamati, solo su quelli che non fanno sesso, e probabilmente mai hanno fatto l'Amore. Gli altri cercano di trovare l'equilibrio tra l'ottimo e il possibile, rimettendo la differenza nelle mani di Dio. Che non significa autogiustificarsi, ma prendere coscienza dei propri limiti (e, chissà, quelli del Catechismo) e tentare di superarli, senza tuttavia autoflagellarsi (che è un altro modo di masturbarsi) dietro ai fallimenti.

Sul perdono. Il perdono cristiano non ha niente a che vedere con frasi ad effetto tipo "Si pecca, tanto poi si chiede perdono". È un problema di coscienza. Non c'è perdono che tenga senza conversione. Finché Berlusconi (uno a caso...) continua a rubare, mentire, corrompere (e trombare come un facocero, o almeno lasciarlo credere...), non può chiedere perdono (agli uomini, perlomeno), né tantomeno ottenerlo. Ma se si convertisse IN COSCIENZA e smettesse (o almeno provasse IN COSCIENZA a smettere) le sue malefatte, e si mettesse a fare del bene sul serio, non sarebbe degno di perdono? Ma riuscirebbe a rimanere nei suoi buoni propositi se, alla sua richiesta di perdono, trovasse un muro di rancore? E riuscirebbe ad andare avanti nel suo cammino di conversione, se alla prima cazzata in cui ricasca (facile per tutti, figuriamoci per uno con le sue abitudini) dovesse perdere la speranza di cambiare, come se fosse un predestinato al male?

Insomma, il perdono serve a lasciare uno spiraglio per il bene, non a consentire il male.

A tal proposito, mi ha colpito la storia di un altro grande e notorio peccatore. Quest'uomo rubava, uccideva, corrompeva, mentiva (e trombava come un facocero, lui per davvero però), finché uscì miracolosamente vivo dal crollo del tetto sotto il quale dormiva. Vide il pericolo che aveva corso come un segno della volontà divina e un ammonimento contro la sua perversità; e sembrò pentirsi, cambiando condotta. Ma durò poco, tanto che si dice sia poi morto del veleno che aveva preparato per uccidere un tale. Mi chiedo ogni tanto che cosa ne sia stato di lui, e sento che in qualche modo questo abbia a che fare con quel che ne sarà di me o di quelli come me che sono nella condizione che i cristiani definiscono "peccato" (più o meno tutti). E immaginare per lui un inferno eterno non mi consola nemmeno un po'. Forse è per questo che Cristo ha insegnato a "pregare per i nostri nemici" e a "perdonare se si vuole essere perdonati".

Il che non vuol dire che un farabutto (per tornare a Berlusconi...) non resti tale e non vada fermato prima di fare danni, o che il fare il male o il bene, dopotutto, non fa granché differenza. Perdonare nel senso di "fai quello che vuoi perché poi comunque sarai perdonato" significa solo lasciare qualcuno nel suo male, e rimanere nel proprio. E questo non sta scritto nei Vangeli come in nessun catechismo o dottrina o scritto patristico, per quello che ne so. Quello che sta scritto nei Vangeli è che colui che fa il male è la prima vittima del suo male, insieme con tutti quelli che subiscono le sue male azioni. Per questo il male va combattuto, denunciato, evitato; e allo stesso tempo il bene va propugnato, perseguito, difeso; e chi fa il male va compatito e messo dinanzi alla sua povertà, "perché si converta e viva" dice (spera) la Bibbia. Affidando a Dio quello che le nostre povere, umane forze non riescono a ottenere.

E non diciamo che non esistono il male e il bene, perché qualsiasi bambino lo sa perfettamente cosa sono anche senza catechismo o televisione. Per questo Cristo ha insegnato ai suoi a "ridiventare bambini".

Saluti

Stefano Moretti

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Siamo caduti dalla padella nella brace; ora, USCIAMO DALLA BRACE!

P.S.: il "grande peccatore" a cui mi riferivo era, ovviamente, Rodrigo Borja. Papa Alessandro VI.